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Bistum Chur

LA SANTITÀ DEL VINCOLO MATRIMONIALE – Parola del Vescovo sull’ Esortazione Apostolica postsinodale AMORIS LAETITIA


Cari confratelli nel servizio sacerdotale,

nella discussione attorno all’Esortazione Apostolica postsinodale Amoris laetitia, l’attenzione si è concentrata sul Capitolo VIII e sulla questione delle persone civilmente risposate. Per questa ragione, nella mia responsabilità di Vescovo, mi accingo a dare alcune indicazioni ad uso dei pastori d’anime (confessori).

Innanzitutto vorrei stabilire quanto segue: il Santo Padre nell’introduzione dell’Amoris laetitia afferma „che non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero“ (AL 3). Questa dichiarazione permette di riconoscere la rilevanza dell’Esortazione Apostolica postsinodale.

„Se si tiene conto dell’innumerevole varietà di situazioni concrete … è comprensibile che non ci si dovesse aspettare dal Sinodo o da questa Esortazione una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi. È possibile soltanto un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari“ (AL 300), dice il Papa a proposito del discernimento delle situazioni irregolari. Ciò significa anche, però, che il Vescovo è tanto più tenuto a indicare la direzione da seguire dal momento che i sacerdoti hanno il compito „di accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo“ (AL 300). Inoltre „bisogna incoraggiare la maturazione di una coscienza illuminata, formata e accompagnata dal discernimento responsabile e serio del Pastore, e proporre una sempre maggiore fiducia nella grazia“ (AL 303). A ciò corrisponde in tutto, quanto il Santo Padre afferma al punto 307 di Amoris laetitia : „Per evitare qualsiasi interpretazione deviata, ricordo che in nessun modo la Chiesa deve rinunciare a proporre l’ideale pieno del matrimonio, il progetto di Dio in tutta la sua grandezza: ‘I giovani battezzati vanno incoraggiati a non esitare dinanzi alla ricchezza che ai loro progetti di amore procura il sacramento del matrimonio, forti del sostegno che ricevono dalla grazia di Cristo e dalla possibilità di partecipare pienamente alla vita della Chiesa’. La tiepidezza, qualsiasi forma di relativismo, o un eccessivo rispetto¹ al momento di proporlo, sarebbero una mancanza di fedeltà al Vangelo e anche una mancanza di amore della Chiesa verso i giovani stessi“. Ai fini di tutte queste indicazioni dell’Amoris laetitia, chiedo ai sacerdoti di osservare quanto segue:

  1. Punto di avvio dell’accompagnamento, del discernimento e dell’integrazione deve essere la santità del vincolo matrimoniale. Compito della cura delle anime deve essere quello di trasmettere o ritrasmettere la consapevolezza della santità del vincolo matrimoniale. Il Santo Padre parla della „pastorale del vincolo“ (AL 211). La traduzione tedesca ufficiale di „vincolo“ [italiano nel testo] con „Bindung“ è troppo debole. Pertanto parlo qui espressamente di „vincolo matrimoniale“ [tedesco: „Eheband“].
  2. Il vincolo matrimoniale, che è santo già per la creazione (matrimonio naturale), lo è tanto più per la nuova creazione (ordine della Redenzione) mediante il matrimonio sacramentale (ordine soprannaturale). La formazione delle coscienze intorno a questa verità è un compito urgente del nostro tempo (cfr. AL 300).
  3. Questa formazione delle coscienze è tanto più necessaria dal momento che un pastore non può ritenersi soddisfatto „solo applicando leggi morali a coloro che vivono in situazioni ‘irregolari’, come se fossero pietre che si lanciano contro la vita delle persone“ (AL 305). Lo stesso vincolo matrimoniale è un dono dell’amore, della sapienza e della misericordia di Dio, il quale garantisce agli sposi grazia e sostegno. Per questa ragione il riferimento al vincolo matrimoniale deve collocarsi al primo posto nel cammino di accompagnamento, di discernimento e di integrazione.
  4. Se un confessore, durante la confessione di un penitente sconosciuto (nell’ambito di una „confessione occasionale“), riconosce delle questioni che riguardano il vincolo matrimoniale e che necessitano di un chiarimento, chiederà al penitente di affidarsi a un sacerdote che possa percorrere con lui un più lungo cammino di conversione e di integrazione, oppure si metterà lui stesso in contatto con lui, al di fuori della confessione.
  5. Nella cura delle anime di divorziati civilmente risposati si deve innanzitutto verificare se la celebrazione del matrimonio (il „primo matrimonio“) sia avvenuta in maniera valida, se il vincolo sia realmente valido. Questa verifica non può essere effettuata dal singolo sacerdote e certamente non nel confessionale. Il confessore deve indirizzare la persona interessata al vicario giudiziale della Diocesi.
  6. Comunque stiano le cose in merito alla validità della celebrazione del matrimonio, un’unione fallita dev’essere in ogni caso trattata con umanità e in conformità alla fede. Ciò significa che deve essere intrapreso un cammino pastorale più lungo, che richiede maggior pazienza. „In questo processo sarà utile fare un esame di coscienza, tramite momenti di riflessione e di pentimento. I divorziati risposati dovrebbero chiedersi come si sono comportati verso i loro figli quando l’unione coniugale è entrata in crisi; se ci sono stati tentativi di riconciliazione; come è la situazione del partner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova relazione sul resto della famiglia e la comunità dei fedeli; quale esempio essa offre ai giovani che si devono preparare al matrimonio. Una sincera riflessione può rafforzare la fiducia nella misericordia di Dio che non viene negata a nessuno“ (AL 300). „I Pastori che propongono ai fedeli l’ideale pieno del Vangelo e la dottrina della Chiesa devono aiutarli anche ad assumere la logica della compassione verso le persone fragili e ad evitare persecuzioni o giudizi troppo duri e impazienti“ (AL 308).
  7. L’accostamento alla Santa Comunione da parte dei divorziati civilmente risposati non deve essere lasciato alla decisione soggettiva. È necessario fare riferimento a dati oggettivi (alle condizioni stabilite dalla Chiesa per accostarsi alla Santa Comunione). Nel caso dei divorziati civilmente risposati è determinante il rispetto del vincolo matrimoniale esistente.
  8. Se durante la confessione viene richiesta l’assoluzione da parte di un divorziato civilmente risposato, è necessario verificare che la persona in questione sia disposta ad accettare le direttive del punto 84 dell’Esortazione Apostolica Familiaris consortio (GIOVANNI PAOLO II, Familiaris consortio, Esortazione Apostolica del 22 novembre 1981). Ciò significa: qualora l’uomo e la donna per seri motivi … non possono soddisfare l’obbligo della separazione (cfr. AL 298), sono tenuti a vivere insieme come fratello e sorella. Questa regola non ha cessato di essere vigente, anche soltanto per il fatto che l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia espressamente non prevede alcuna „nuova normativa generale di tipo canonico“ (AL 300). Il penitente dovrà dimostrare la ferma volontà di voler vivere nel rispetto del vincolo matrimoniale sorto dal „primo“ matrimonio.
  9. Nella preparazione e nell’accompagnamento delle coppie di fidanzati e di sposi e delle famiglie, teniamo sempre presente le parole di San Paolo: „Questo mistero è grande: lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa“ (Ef 5, 32) – Sacramentum hoc magnum est, ego autem dico in Christo et in Ecclesia.

Unisco al mio ringraziamento per la fedeltà al Signore e alla sua missione il mio cordiale saluto e impartisco volentieri la mia benedizione episcopale

Coira, 2 febbraio 2017

+ Vito Huonder, Vescovo di Coira
¹ Il documento qui apparentemente si riferisce ad un’esagerata cautela o a dei riguardi eccessivi, che porterebbero ad un oscuramento della verità.

 

Sul tema:

JOSÉ GRANADOS, STEPHAN KAMPOWSKI, JUAN JOSÉ PÉREZ-SOBA, Amoris laetitia, Accompagnare, discernere, integrare. Vademecum per una nuova pastorale familiare, Siena 2016.