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Bistum Chur

Omelia dal Vescovo Vitus in occasione della Visita pastorale a Verdabbio, 27.9.2015

Carissimi
il Vangelo di questa domenica si compone di due parti. Nella prima parte Gesù parla del comportamento dei discepoli in una situazione, in qualche modo, improvvisa e straordinaria. Si trovano di fronte a qualcuno che non li segue, ma che usa il nome del Signore per scacciare i demòni. Quest’uomo dunque rispetta il nome di Gesù e, pronunciandolo, è cosciente del suo effetto spirituale. Pero sta fuori dalla loro comunità. Per questo fatto i discepoli sono un può agitati e inquieti. Il Signore invece vede la cosa da un lato positivo. Per Gesù è importante che questa persona faccia del bene nel suo nome, cosí che contribuisca alla missione e alle intenzioni del Signore stesso, finalizzate alla redenzione dell’uomo, scopo della vita di nostro Signore, della sua incarnazione. I discepoli non devono essere troppo chiusi dinanzi a un tale caso, non devono preoccuparsene troppo, ma avere una visione piu generosa e fiduciosa.
Nella seconda parte Gesù parla dello scandalo, parla di un comportamento nostro che nuoce alla fede dei piccoli, vuol dire, che mette in pericolo la salute dell’anima di un credente o di un innocente, di una persona suscettibile che deve ancora maturare nella fede. Probabilmente si tratta qui di casi di seduzione al peccato.
Per noi i piccoli sono anche i bambini, i ragazzi che devono essere educati nella fede secondo i comandamenti di Dio, che invece sono introdotti in errore, per esempio tramite metodi di insegnamento sessuale che non è altro che una seduzione, un invito al male, al peccato. Per questi seduttori il Signore prevvede una punizione dura e radicale. È proprio il tribunale di Dio, come confessiamo nel Credo: di là ritornerà a giudicare i vivi ed i morti.
Questo brano è importante inquanto ci insegna anche la verità della Geènna, la verità dell’inferno e della pena del danno: „È meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile“ (Mc 9,43). Gesù ci fa capire che l’inferno esiste, che non è una fantasia, ma una realtà. Che dobbiamo prendere sul serio questo insegnamento della fede. Ci mette in guardia. La sua parola, che ci sembra dura, ci aiuta ad evitare il peccato e a rimanere nella grazia di Dio, a non mettere in pericolo la vita soprannaturale, la vita eterna della nostra anima e dell’anima del nostro prossimo.
In questo contesto vorrei far presente la preghiera che la Madonna di Fatima ci ha insgnato, preghiera che si recita alla fine di ogni decina di Ave Maria: „O Gesù, perdona le nostre colpe; preservaci dal fuoco dell’inferno; porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia“. Le parole della Madonna sono dunque in sintonia con l’in-segnamen¬to che ci dà il Signore nel Vangelo di questa domenica.
Il sacramento che stiamo per celebrare, il sacrificio della santa Messa e la santa Comunione ci aiutino a rimanere nella grazia del Signore, cosí che alla fine di questa santa Liturgia possiamo continuare il nostro cammino di fede, pregando con la Chiesa: „Questo sacramento di vita eterna ci rinnovi, o Padre, nell’ani¬ma e nel corpo, perché, comunicando a questo memoriale della passione del tuo Figlio, diventiamo eredi con lui nella gloria.“ Amen.