Nell’agiografia e nel corso della storia della Chiesa vediamo quanto è bella e grande la moltitudine di coloro che non hanno avuto paura di riporre la propria fiducia nella nostra Madre celeste, Maria! In questo modo, secondo una sana mariologia, essi seguono quanto diceva san Massimiliano Maria Kolbe: „Non abbiate paura di amare troppo l’Immacolata, perché non potrete mai amarla tanto quanto l’ha amata suo Figlio, Gesù!“. Un tale atteggiamento può essere molto utile anche a noi nel colloquio ecumenico su Maria!
Abbiamo celebrato ieri la memoria di San Massimiliano Maria Kolbe! La sua evangelizzazione comprende tutti i mezzi dell’apostolato: la predicazione, la distribuzione di migliaia di Medaglie Miracolose, la stampa, il cinema, il teatro, la radio, l’aereo …; „ma soprattutto“, così diceva ai suoi fratelli „l’esempio, la preghiera, soffrire con amore, è questo il vero operato“. Il nostro compito più grande è quello di testimoniare nella vita pratica come dovrebbe essere il Cavaliere dell’Immacolata. Come lui che, condannato a duro lavoro nel campo di sterminio di Auschwitz, fu un raggio di sole per i suoi compagni di prigionia. Morì nel 1941, nel bunker della fame, alla vigilia della solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, dopo aver sacrificato la sua vita per salvare quella di un valoroso padre di famiglia, condannato a morte. Con le seguenti poche parole il santo spiega il dogma dell’Assunzione in Cielo di Maria: „era necessario che quest’anima santissima si allontanasse da questo corpo santo. Lo ha lasciato e si è unita all’anima del Figlio, lei, una luce creata unita alla luce senza inizio …“.
Un altro fulgido esempio nella storia della Chiesa riguardo a Maria è il seguente. Qualche settimana prima della sua morte (2005), San Giovanni Paolo II fece il suo ultimo pellegrinaggio della sua vita a Lourdes. Benché profondamente segnato dall’età e dalla sofferenza fisica, spiritualmente il Santo Padre era ancora molto forte, grazie alla sua profonda fede nello Spirito Santo. Nel suo interiore aveva la forza dello stesso Spirito Santo che era disceso su Maria eleggendola come Madre di Dio. Fu questo stesso Spirito Santo ad accompagnare la piccola serva di Nazareth in ogni momento della sua vita. E fu ancora Lui a condurre quindi Maria in Cielo al termine della sua vita terrena, affinché si addormentasse, secondo quanto esprime la parola dormitio, utilizzata dai cristiani orientali quando parlano dell’Assunzione di Maria in Cielo. In corpo ed anima, Maria è stata accolta nelle braccia del Padre e così, attraverso suo Figlio celeste, nell’amore dello Spirito Santo. Fu questo infatti il momento in cui dal cielo Dio chiamo a sé Maria.
Nella sua enciclica „Redemptoris Mater“ sulla Beata Vergine Maria nella vita della Chiesa in cammino, Papa Giovanni Paolo II scrive: „Maria, serva del Signore, ha parte in questo Regno del Figlio. La gloria di servire non cessa di essere la sua esaltazione regale: assunta in Cielo, ella non termina quel suo servizio salvifico, in cui si esprime la mediazione materna, «fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti». Così colei, che qui sulla terra «serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla Croce», continua a rimanere unita con lui, mentre ormai «tutto è sottomesso a lui, fino a che egli sottometta al Padre se stesso e tutte le creature». Così nella sua assunzione al Cielo, Maria è come avvolta da tutta la realtà della comunione dei santi, e la stessa sua unione col Figlio nella gloria è tutta protesa verso la definitiva pienezza del Regno, quando «Dio sarà tutto in tutti»“ (41).
Miei cari, anche noi veneriamo e amiamo Maria non solo perché è la Regina del Cielo, ma anche perché è nostra Madre. E‘ benedetta tra tutte le donne. Maria, piena di grazia, non è lontana da noi, come se non avessimo accesso a Lei. Siamo della stessa famiglia. Superando tutti i confini del tempo e della storia, nella grazia, siamo fratelli e sorelle di Gesù, nostro Redentore e Signore, e perciò Maria è nostra Madre. „Ecco tua madre!“ disse Gesù a Giovanni. „E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé“ (Gv 19,27). La sua bellezza interiore, a immagine di Dio, si riflette nel nostro cuore che spera e confida nella misericordia di Dio e nella vita eterna. Per grazia di Dio, un giorno anche noi saremo accolti in Cielo, e per questo preghiamo; e saremo lì insieme a tutti coloro a cui abbiamo dato un aiuto a giungere in Cielo mediante le nostre parole, opere e preghiere. L’Assunzione di Maria in Cielo ci annuncia che Dio Padre ci chiama alla vita eterna; spetta a noi rispondere, con la grazia dello Spirito Santo e l’aiuto della nostra Madre celeste, nella sequela di Gesù e di tutti i santi! E questo nel modo che ci ha indicato Papa Francesco domenica scorsa: „i piedi sulla terra, camminare sulla terra, lavorare sulla terra, fare il bene sulla terra e il cuore nostalgico del cielo …“. Amen.